Enemy (RECENSIONE)

ENEMY



TRAMA:

Adam, un professore di storia, conduce una vita solitaria e monotona. Un giorno un collega gli consiglia di noleggiare un film in DVD e il professore fa una scoperta sconcertante: una delle comparse presenti nella pellicola è fisicamente identica a lui. Determinato a capire chi sia questo suo doppio, l'uomo cercherà in tutti i modi di scoprire la sua identità, ma la ricerca non sarà così semplice e metterà a repentaglio sia la sua esistenza sia quella della misteriosa comparsa.

TRAILER:


LA MIA OPINIONE:

Film a dir poco paranoico. Questo lo rende uno dei film thriller/mistero più coinvolgenti e ben fatti degli ultimi anni.
Jake Gyllenhaal è magnifico nell'interpretare il protagonista/i Adam/Anthony (a seconda di come si interpreta il film si hanno uno o più protagonisti).
Film parecchio pesante per i non amanti del genere e non consigliato, mentre lo consiglio per gli aracnofobici e per chiunque a cui piaccia risolvere un mistero o trovare un significato in una storia come questa.

Attenti al ragno che vi aiuterà a trovare un senso.
Buona visione. 

CURIOSITÀ:

Significati plausibili del ragno (attenzione Spoiler).

L’ultima scena conferma l’importanza simbolica del “ragno”, elemento ricorrente in tutto il film: lo vediamo uscire dal piatto d’argento nella sequenza iniziale, la donna nuda con la testa da ragno nell’incubo del protagonista Adam, il mastodontico aracnide che sovrasta la città, i cavi elettrici del tram e il vetro della macchina dopo l’incidente paragonati a ragnatele.
E la tarantola alla fine.

In parecchi sono dell’idea che i ragni siano effettivamente reali e non frutto dell’immaginazione contorta dei due protagonisti. Essendo l’uomo moderno distratto dal sesso e dalle pulsioni erotiche, gli aracnidi avrebbero sfruttato questa noncuranza per agire indisturbati, pianificando una silenziosa “invasione ultracorporea” che si realizza pienamente nella scena finale.Nonostante trovi solide fondamenta sul discorso che Adam tiene in classe riguardo ai totalitarismi nell’era antica, basati su un controllo delle menti instaurato tramite il famoso “panem et circensem” (che nell’era moderna è il proprio il sesso), questa prima teoria risulta troppo pretenziosa e fantascientifica, nonostante debba ammettere che riserva un certo fascino.

Un’altra interpretazione (con cui mi trovo in sintonia perché decisamente più plausibile) è quella allegorica: la presenza dei ragni è la metafora del totalitarismo che a cui è soggetto l’individuo moderno, intrappolato in una ragnatela inconscia di ossessioni e frustrazioni. Non abbiamo aracnidi reali, bensì simboli psicanalitici desunti dagli incubi/visioni di Adam. Sia quest’ultimo che Anthony, il suo doppio, vivono un’esistenza frustata, soggetti ad un eccessivo controllo di loro stessi che li porta a voler evadere dalla routine: Adam sogna di fare l’attore (attenzione a questo particolare e alla scena con la Rossellini) perché lo annoia la vita da insegnante, Anthony persegue l’adulterio perché si sente oppresso dal matrimonio e terrorizzato dall’idea di avere una famiglia. I ruoli generalmente imposti dalla società in cui i due protagonisti sono confinati (marito, padre, lavoratore statale), vengono avvertiti come una sorta di violenza operata nei confronti di loro stessi.

LA FRASE:


“Chaos is order yet undeciphered” (il caos è l’ordine non ancora decifrato).